Dall’infanzia difficile al sogno che può avversarsi.

Yaser Kasim, centrocampista dello Swindon

Yaser Kasim, centrocampista dello Swindon

Yaser Kasim non dimenticherà mai la sua infanzia a Bagdad, tra cicatrici e la paura del regime. Quanti segni indelebili, nella testa e sui piedi, “lacerati” delle infinite giornate passate da bambino a giocare a calcio, scalzo, per strada. Alcune unghie non gli sono più ricresciute e piccole cicatrici gli segnano le piante dei piedi, ma tutto ciò,  è servito a qualcosa, a regalargli un futuro.

Perchè oggi Kasim è un 24enne calciatore professionista, centrocampista dello Swindon, piccolo club che milita nel Football League One, la Lega Pro inglese per intenderci. Finito qua? Macchè. Yaser è anche titolare della nazionale irachena, della quale è un perno inamovibile. Quanta fatica per arrivare fin qui e quanti momenti difficili passati.

Kasim dovette fuggire dall’Iraq a soli 6 anni. Papà Safa era un oppositore del regime di Saddam, cosa che gli è costata anche un lungo anno di prigione. “Del mio periodo vissuto a Bagdad– racconta Yaser- non posso dimenticare le sofferenze vissute da papà: vide orrori che nessun essere umano dovrebbe mai essere costretto a vivere. E poi per salvare la sua famiglia fu costretto a lasciare gli amici, il lavoro, il suo mondo, insomma.

Eppure il mio ricordo di quegli anni, grazie soprattutto al calcio, mi rende oggi orgoglioso di vestire la maglia della nazionale”. Nel 1998 la vita di Kasim cambiò sul serio:  lui, i genitori e i suoi due fratelli riescono a varcare il confine ed arrivare a Londra, grazie al Programma Rifugiati delle Nazioni Unite. Dall’arrivo in Inghilterra all’inizio della “scalata” calcistica, il passo è brevissimo.

La sua prima vera esperienza la vive nel Fulham, a 11 anni, dopo che alcuni scout del club lo notano in alcune partite al Westway Sports Center. Quasi subito si fa vivo il Tottenham: nel 2010, al terzo anno con gli Spurs, gli propongono un precontratto, ma a Yaser non piace il clima che si respira in società. “Sentivo che non sarebbe stato il posto giusto dove essere felice, ecco”. Niente paura, niente rimpianti.

Per lui le sirene della Premier League, però, non si sono mai spente del tutto. Lo scorso gennaio lo Swansea arrivò a offrire un milione di sterline e anche il Qpr si interessò parecchio a lui. “Sono molto ambizioso ed è normale che punti alla Premier”. Sincero e diretto, come sempre, con un pensiero sempre al suo Paese, dove torna appena possibile come da ambasciatore Programma Yes2Iraq per il supporto ai bambini orfani.

Forte in campo e con tanti valori fuori dal rettangolo verde: forza Kasim, quelle cicatrici presto potrebbero avere un significato ancora più dolce.