Manuel Nocciolini, l’esterno d’attacco del Forlì diventato bomber.
Venti gol in ventotto partite, quasi tutte giocate da esterno d’attacco. Mica male. Numeri importanti quelli di Manuel Nocciolini, punto di forza del Forlì, squadra attualmente al terzo posto in Serie D nel girone D. Numeri che però non dovrebbero bastare ai biancorossi per vincere il campionato, che hanno trovato sulla propria strada una realtà come il Parma. “Il nostro obiettivo era quello di rimanere vicini a loro per potercela giocare il più a lungo possibile. Un pizzico di rammarico c’è – ammette Nocciolini – perchè nelle ultime partite hanno rallentato ma non siamo riusciti ad approfittarne. Peccato”. Forse al Forlì sono mancati anche un po’ i suoi gol ultimamente. “Non segno da qualche settimana e ho tanta rabbia dentro. Detto questo, rimango sereno e sono sicuro che presto tornerò al gol, è solo questione di tempo”.
Il grande salto tra i professionisti, comunque, potrebbe concretizzarsi anche tramite i playoff. “La speranza sicuramente c’è. Faremo di tutto per raggiungere il secondo posto ed arrivare agli spareggi nelle migliori condizioni possibili. Lotteremo fino alla fine”. La presenza del Parma non ha permesso di agganciare il primo posto in classifica, ma Nocciolini racconta con entusiasmo il clima che si è respirato nei due confronti con i gialloblù. “Partite come quelle si preparano da sole, non serve neanche trovare gli stimoli. Giocare con il Parma è tutto un altro calcio: all’andata il Tardini era una bolgia, ricordo un’atmosfera incredibile, da pelle d’oca. Chi mi ha impressionato di più tra loro? Baraye e Longobardi, due ottimi giocatori a mio avviso”.
Il presente per Nocciolini, comunque, si chiama Forlì e anche il suo futuro dovrebbe essere qui, in una piazza che vuole continuare a godersi le sue reti. “Ho trovato un ambiente ideale e la mia intenzione è quella di rimanere anche l’anno prossimo. Voglio arrivare in Lega Pro con questa maglia“. Il suo passato, invece, è stato a forti tinte viola. “Da ragazzino mi chiamò la Fiorentina per farmi disputare in prestito un torneo giovanile. Vinsi la classifica cannonieri in quell’occasione e decisero di prendermi: ho ricordi fantastici di quell’esperienza e tornare a giocare lì sarebbe davvero un sogno”. Nocciolini a Firenze vanta un record ancora imbattuto: “Con gli Allievi segnai 33 gol in un solo campionato e nessuno è riuscito a superare questo primato, sono felice di essere riuscito a difenderlo (ride). Grazie a quelle reti, poi, mi si aprirono le porte della Nazionale: momenti unici, indimenticabili. Sono contento di quanto fatto in carriera ma ho voglia di togliermi molte altre soddisfazioni”.
Deciso e ambizioso Nocciolini, un esterno che segna come un bomber, senza porsi dei limiti. “Darò tutto per arrivare sempre più in alto, l’importante sia nel calcio che nella vita è non avere mai rimpianti”. A quasi ventisette anni il treno giusto potrebbe essere già passato, ma sognare non costa nulla, specialmente per chi è cresciuto con il mito di Shevchenko, uno che giocava con il 7, numero di un esterno (alla Nocciolini per intenderci), ma che il gol lo aveva nel sangue. “Sono un tifoso milanista e per me Sheva era il massimo, un attaccante completo a cui mi sono sempre ispirato. Mi piaceva tutto del suo modo di stare in campo: era pericoloso di destro, di sinistro e pure di testa: un mostro. A casa ho la sua maglietta autografata con dedica, la tenevo sempre con me. Quello è stato uno dei regali più belli mai ricevuti”. Ora un piccolo grande Shevchenko se lo godono a Forlì: Nocciolini corre e segna, proprio come un centravanti.