In una lettera aperta sottolineano i gravi problemi economici del club. Arriva la risposta della proprietà.

Il presidente del Rimini Fabrizio De Meis

Il presidente del Rimini Fabrizio De Meis

Un’altra società in grosse difficoltà economiche arriva stavolta dalla Lega Pro. Stiamo parlando di una piazza blasonata come Rimini dove i calciatori hanno percepito l’ultimo stipendio ad ottobre del 2015, chi tra loro vive in residence è a rischio di sfratto e, un ristorante, da tre mesi li ospita a pranzo e a cena senza percepire alcunché. Ieri gli atleti sono usciti allo scoperto con un duro comunicato:

Noi calciatori dell’A.C. Rimini 1912 sentiamo il bisogno di rendere noti  i molteplici problemi con cui quotidianamente conviviamo e che dignitosamente da diversi mesi stiamo affrontando. Già qualche settimana fa, alcuni di noi, a nome di tutta la squadra, avevano raccontato le oggettive difficoltà che viviamo per via dei mancati pagamenti degli stipendi. Ci teniamo a sottolineare che non si tratta di ‘capricci’ di ragazzi privilegiati. Ci riteniamo fortunati a poter vivere facendo ciò che ci piace, e cioè giocando a calcio. Ma il calcio negli ultimi anni è cambiato. In Lega Pro non ci sono stipendi faraonici, ma compensi normali, che ci consentono di far vivere dignitosamente le nostre famiglie. E molti di noi, i più giovani, ad inizio carriera si mettono in gioco per cifre molto basse. Ma non si tratta solo degli stipendi non pagati, in questo momento è giusto fare chiarezza su tutto“.

Silenziosamente e a testa bassa – proseguono – nel corso dell’intero anno abbiamo accettato diversi compromessi: allenarci con uno staff sanitario praticamente assente, ed oggi anche l’ultimo medico sportivo ha preso la decisione di abbandonare l’incarico perché, preoccupato della nostra salute, ha avanzato richieste mai prese in considerazione dalla società (come la necessità di sottoporci ad analisi del sangue periodiche); il doverci
improvvisarci, noi stessi, massaggiatori o fisioterapisti durante gli allenamenti; le trasferte senza medico sportivo; il dover provvedere noi stessi all’acquisto di strumenti indispensabili (macchina del ghiaccio o la semplice acqua); il doverci pagare autonomamente visite, risonanze, ecografie (eccezion fatta per le cure effettuate presso il centro
Isokinetic, con cui la Società è convenzionata); il vederci confiscato il materiale sportivo durante la nostra permanenza in un albergo che non accettava il pagamento proposto dalla Società; e molto altro“.

È ormai di dominio pubblico – aggiungono – che la scadenza del 16 febbraio 2016 per il pagamento degli stipendi di novembre e dicembre 2015 non é stata rispettata. Ciò che invece non è emerso, è la proposta avanzata dalla società già nel mese di dicembre di rinunciare ai nostri compensi per non incorrere in penalizzazione. Proposta che non accettammo ed in quel caso gli stipendi fino alla mensilità di ottobre 2015 furono pagati. Ma purtroppo la penalizzazione che pensavamo di aver scampato arriverà lo stesso, vista l’incapacità di corrisponderci quanto dovuto al termine successivo. Ad oggi la situazione risulta però inaccettabile e mina la tranquillità con cui dobbiamo affrontare le prossime importantissime gare. Stiamo provando noi stessi a cercare delle soluzioni, per tentare di superare queste difficoltà. Abbiamo vagliato ogni cosa e, al momento, abbiamo provato a concretizzare
quella soluzione che per noi sarebbe stata la più giusta per evitare il fallimento dell’A.C. Rimini 1912, richiedendo lo sblocco della fidejussione ed accettando di rinunciare ad una parte dell’ingaggio di questa stagione sportiva 2015/2016. Una soluzione che garantirebbe il pagamento degli stipendi arretrati oltre che quello delle scadenze future. Ebbene, in questo momento così delicato la nostra unica richiesta alla Società era quella di informarci sui dettagli e sulle conseguenze che tale rinuncia avrebbe comportato. Stiamo aspettando di sapere a cosa andremo
incontro, nulla di più. Ci teniamo a sottolineare che l’ultima mensilità che abbiamo percepito è quella di ottobre 2015. Ad oggi, però, oltre a tutti i problemi, economici e non, se ne aggiungono altri”.

“Questa situazione – concludono – porta inoltre a effetti devastanti ed a cascata in tutto il sistema economico riminese; sono impagati gli affitti delle case, gli albergatori e i ristoratori che fino ad oggi ci hanno aiutato ed ai quali va il nostro pubblico ringraziamento. Come con il Delfina, il residence in cui alcuni di noi risiedono, il cui proprietario reclama giustamente i pagamenti e che, nonostante sia stato sempre molto disponibile con noi, a breve sarà costretto a sfrattarci. Stesso discorso vale per lo Zodiaco, ristorante che da 3 mesi ospita un
piccolo gruppo di calciatori a pranzo ed a cena senza percepire alcunché, i cui titolari, purtroppo, pur essendoci venuti sempre incontro con grande disponibilità e pur avendo atteso molto più del dovuto, non possono di certo mantenere figli non loro. Fermo restando il nostro impegno per raggiungere l’obiettivo salvezza, la massima professionalità e l’attaccamento ai colori biancorossi, ci sembra corretto che tutti conoscano la verità. E soprattutto chiediamo lo stesso impegno alla Società perché rispetti gli accordi presi“.

 

La replica della società non si è fatta attendere. Un comunicato che ammette le problematiche economiche del club ma che informa di come la proprietà e i veritici della Lega stanno collaborando per cercare di aiutare i calciatori:

“Per risolvere nell’immediato la problematica relativa agli stipendi non pagati – spiegano – il 16 febbraio la società ha messo a disposizione tutte le risorse personali e ha effettuato in data 1 marzo con i vertici della Lega Pro e alla presenza del presidente Fabrizio De Meis, del Ds Ivano Pastore e del responsabile dell’A.I.C. Avv. Umberto Calcagno, un incontro per mettere a punto un accordo che garantisse la migliore soluzione possibile. In base a tale accordo, i tesserati, rinunciando a una quota stabilita del lordo su sette mensilità, potranno percepire in tempi rapidi, oltre alle due mensilità arretrate, anche altri due stipendi, più chiaramente il resto dovuto entro le date prestabilite. I conteggi relativi a quest’accordo, come richiesto dai giocatori, sono stati consegnati ieri all’A.I.C. Le analisi di cui si fa menzione nel comunicato, in ottemperanza con le norme federali, sono state prenotate due settimane fa e saranno effettuate nei prossimi giorni. Per quanto riguarda lo staff sanitario, l’A.C. Rimini 1912, così come da normativa, dispone di un responsabile sanitario, dott. Walter Pasini, oltre ad avvalersi di ulteriori due consulenti, e del centro di riabilitazione Isokinetic. Non risulta alla società che la squadra non disponga del massaggiatore. 5)    A oggi, nonostante alcuni ritardi nei pagamenti e grazie ad accordi già presi per saldare le pendenze, tutti i giocatori che beneficiano di vitto e alloggio, da settembre hanno regolarmente utilizzato le strutture messe a disposizione dalla società. La società A.C. Rimini 1912, senza nascondere le difficoltà, sta comunque facendo di tutto per risolvere i problemi e si augura che già da domani, con la collaborazione manifestata anche in data odierna dai giocatori, si possa ratificare l’accordo che consentirà ai tesserati di percepire tutti i compensi concordati sino al 30 giugno 2016, così da allontanare la maggior parte delle problematiche dalla squadra e consentire a giocatori di dedicare tutte le energie al campo e alla lotta per la salvezza della categoria”.

Un ‘altra incredibile situazioni che dimostra quanto sia fragile il sistema calcistico italiano permettendo l’acquisizione di società anche a chi magari non è in possesso della forza economica per poterle gestire.