L’ex centrocampista nerazzurro ha svelato aneddoti molto particolari.

Anno 1997, Ronaldo presentato all'inter da Suarez e Mazzola  (foto www.ilpost.it)

Anno 1997, Ronaldo presentato all’inter da Suarez e Mazzola (foto www.ilpost.it)

Chi si ricorda di Marcos André Batista Santos? Beh se diciamo Vampeta, il nome d’arte, cioè vampiro più «capeta» (diavolo), allora a molti tornerà in mente. Lo chiamavano vampiro perché non aveva i denti anteriori quando arrivò al Vitoria nel 1993, a Bahia, suo Stato natale. Passaggio meteorico all’Inter 2000-2001. Campione del Mondo nel 2002 da riserva del Brasile. ET lo ha rintracciato a Osasco, San Paolo, dove ricopre il ruolo di presidente dell’Audax, di cui è stato anche allenatore nel 2011.

Presidente professionista. L’Audax è la sorpresa in Brasile, con stile di gioco che privilegia il possesso palla, quasi un tiqui-taca alla paulista, è arrivato in finale statale dopo aver steso nei quarti il San Paolo (4-1) e in semifinale il Corinthians ai rigori. “Io vincevo spesso col San Paolo”, scherza Vampeta, ricordando quando militava nel rivale Corinthians, sua squadra del cuore e avversario dell’Audax sabato in semifinale del paulista.

La sua esperienza all’Inter è stata breve perchè  dopo un allenamento Tardelli, l’allenatore all’epoca appena arrivato, mi disse che non mi conosceva proprio. Io gli risposi che neanche io lo conoscevo e me ne andai. Rimasi 7-8 mesi all’Inter. A chiedere il mio acquisto era stato Lippi, che se ne andò dopo il primo k.o., non Tardelli. Con lui ero demotivato. Avevo delle altre chance in Italia, come Fiorentina e Roma. Sarei potuto andare in Spagna ma finii al Psg.

Poi tornai in Brasile per giocare di nuovo al Corinthians e vincere il Mondiale con la Seleção nel 2002. Entrai con la Turchia al debutto della nazionale in quella coppa. Allora ricordo tantissimi stranieri all’Inter: Zanetti, Zamorano, Recoba, Cordoba, Frey… Gli italiani invece erano pochi: Pirlo, Vieri, Di Biagio. Diventai amico di Robbie Keane, l’irlandese. Io non parlavo né l’inglese, né l’italiano. Ci capivamo a gesti, scambiando qualche parola”.

Ricordi vivissimi anche quelli sull’amico Ronaldo, il Fenomeno. “”Era infortunato, perse tutta la stagione. Rimase molto tempo in Brasile per recuperare. Però avevamo giocato insieme al Psv nel ’94-95. Una volta andai a casa sua, in un condominio dove abitavano pure Dida, Roque Junior e altri. Ero già sbronzo quando andai a pigliare una bottiglia di vino dalla sua cantina. E me la scolai. Ma era il vino regalatogli da papa Giovanni Paolo II in una visita in Vaticano… Ronaldo si incazzò, voleva che gliela pagassi. Ma il vino sapeva d’aceto…”.

Con Ronie i momenti di follia non sono mancati. “Ronaldo una sera mi invitò a cena in un ristorante. Era con 5 donne. Quando li incontrai avevo già bevuto 3-4 caipirinhas e gli chiesi: “Chi sono le donne e chi sono i trans? Io voglio stare solo accanto alle donne”. Le ragazze se la risero di gusto. Ronie un po’ meno, ma scherzavo…”. Lo stesso Vampeta, invece, nel 1999 poò per una rivista gay:

“Sì, ma non sono mai stato gay. Però ho una sorella lesbica e ovviamente la rispetto come tutti gli omosessuali”.