Il direttore sporitivo Cerri prova a spiegare il perchè della sua decisione.

(FotoDELPAPA) CERRI Massimo

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CERRI Massimo

Una squadra che domina il proprio campionato generalmente non fa rivoluzione mantenendo tutto lo staff dirigenziale e tecnico in vista del campionato successivo puntellando la squadra con dei rinforzi. Il Piacenza però ha dovuto fare i conti con l’improvviso addio del direttore sportivo Massimo Cerri. SportPiacenza.it ha provato a fare chiarezza ma ancora un alone di mistero rimane su questa vicenda.

Cerri non spiega esattamente cosa è accaduto ma qualcosa lascia intuire: “Non appena arrivato mi sono chiesto come aveva fatto il Piacenza a prendere 15 punti di distacco dal Rimini. Abbiamo fatto delle scelte che si sono rivelate formidabili. Il segreto è stato il fatto di aver condiviso tutti insieme questo progetto. Poche settimane fa mi sono seduto al tavolo con la proprietà e onestamente, davanti al futuro, non me la sono sentita di andare avanti. Certo la Lega Pro è un progetto affascinante e stuzzicante, ma per il bene del Piacenza ho preferito fare un passo indietro dopo aver fatto tutte le valutazioni“.

La frase che lascia intuire qualcosa è la seguente: “Onestamente lo spogliatoio è sacro, ci sono cose che non si dicono per non rompere certi equilibri“.

Si è parlato di screzi col direttore generale Marco Scianò, di invasioni di campo nel suo ruolo e di un mancato accordo economico. Tutte voci infondate?

«Con il direttore Marco Scianò c’è un ottimo rapporto, è un giovane con delle potenzialità e mi ha aiutato nei primi mesi. Le invasioni di campo fanno parte del mio mestiere, nel calcio tutti vogliono poter dire la loro sugli acquisti da fare in sede di mercato. L’aspetto economico non è mai stato un problema o meglio, era un problema superabile».

E’ vero che il suo accordo biennale con Taugourdeau è stato firmato dal direttore generale?
«Falso. Con Taugourdeau avevamo due opzioni: un biennale o un annuale a una cifra in proporzione più alta. Ho mostrato le due opzioni alla proprietà che ha scelto di percorrere la via del contratto annuale».

In conclusione, nonostante le smentite, sembra proprio che Cerri non abbia gradito le intromissioni di altre figure dirigenziali sulle sue scelte.