Dopo la restituzione di tre punti al Lanciano sono scoppiate le polemiche e Abodi ha chiesto l’intervento di Tavecchio.
La Serie B nel caos dopo restituzione di tre punti al Lanciano che ha rimesso in piena corsa salvezza gli abruzzesi e che ha fatto andare su tutte le furie i competitor, soprattutto per come si è arrivati alla decisione. La Gazzetta dello Sport ha fatto chiarezza sull’accaduto: Il Lanciano ha riavuto i punti, in sostanza, perché la Procura Figc ha commesso un errore all’atto dei deferimenti. L’a.d. Claudio Di Menno Di Bucchianico non firmò la certificazione dell’avvenuto pagamento degli stipendi in quanto squalificato; avrebbe dovuto farlo il d.s. Luca Leone, che aveva ereditato il potere di firma, ma non lo fece perché la società effettivamente non ebbe la possibilità di assolvere l’impegno. La Procura però non ha deferito Leone, ma il solo Di Menno Di Bucchianico, quindi la Corte d’appello non ha potuto far altro che dargli ragione: la certificazione del pagamento non è stata presentata perché lui non poteva firmarla causa la squalifica.
Quindi è venuta meno la recidiva dopo la precedente condanna e due punti sono stati restituiti per quel motivo: altri 2 su 5 restano perché l’altro mancato pagamento è avvenuto il 16 febbraio, a squalifica di Di Menno Di Bucchianico scaduta. Il terzo punto invece è stato restituito perché è stata dimostrata l’effettiva rinuncia allo stipendi (con tanto di atto notarile e presenza in aula) da parte del calciatore Manuel Turchi. Il quale, per aiutare la società in difficoltà, fece il bel gesto. Ma ricordiamo che Turchi è il marito della presidente Valentina Maio. E quando il Lanciano in primo grado è stato condannato per il mancato pagamento degli stipendi al marito della presidente, l’equivoco era evidente.
Ora cosa può accadere? Il 20 maggio termina il campionato ed è difficile che ci siano i tempi tecnici per un possibile terzo grado al Coni. Slitteranno i playout? Abodi ha chiesto l’intervento a Tavecchio che ha mosso il suo ufficio legale per sollecitare le motivazioni della Corte d’Appello. Ennesimo pasticcio all’italiana…