Cosa c’è dietro al clamoroso triplo esonero e i nuovi equilibri del club crociato.
NOME A SORPRESA PER IL DOPO-APOLLONI?: Un anno e mezzo dopo la rinascita seguita al fallimento, ad una ragione sociale già piena di numeri, Parma Calcio 1913, ne vanno aggiunti altri due: 2.0. Perché di ripartenza da capo si deve parlare in casa crociata dopo quanto successo nella giornata di martedì 22 novembre, destinata a entrare nella storia della società ducale.
Esonerati l’allenatore, Gigi Apolloni, il direttore sportivo, Andrea Galassi, e il responsabile dell’area tecnica, Lorenzo Minotti, con a ruota le dimissioni del presidente Nevio Scala, che aveva sempre detto di considerarsi un’appendice dei “suoi ragazzi”. Il day after è stato quello delle spiegazioni, attraverso le parole del vice-presidente Ferrari che ha parlato di decisione all’unanimità perché “se lo scorso anno eravamo stati soddisfatti, da agosto non abbiamo visto alcun miglioramento, né la capacità della squadra di andare oltre i propri limiti”. Per la serie, come prendere due piccioni con una fava, perché parlare di limiti significa incolpare chi la squadra l’ha costruita e alludere ai mancati progressi vuol dire chiamare in causa l’allenatore.
Quanto filtra è che non si sarebbe trattato proprio di unanimità e che a contare di più sarebbe stato il parere dei più forti tra i 7 soci di cui è composta la proprietà, e del resto a confermarlo sono le modalità, con Apolloni a dirigere i primi allenamenti della settimana. Le colpe vanno divise tra chi ha lavorato sul mercato accumulando doppioni a centrocampo e in attacco e chi non è riuscito a dare un gioco e un’identità tattica, dal flop in Coppa Italia fino ai rovesci contro Venezia, Feralpi e Padova, senza pensare alle sofferte vittorie contro le ultime della classe o il grigio pareggio di Macerata.
Sabato ad Ancona in panchina ci sarà Stefano Morrone, ex bandiera promosso dalla Berretti, ma sarà solo un traghettatore. Entro l’inizio di settimana si dovrebbe arrivare a una svolta, o forse no, perché la gara successiva sarà contro il Bassano e affidarsi subito a un tecnico nuovo potrebbe essere rischioso. E perché non si può più sbagliare. I nomi impazzano ma, pure qui, ci sono pareri discordi. Un’ala della società, minoritaria, vorrebbe puntare sul “ticket” Fabrizio Larini direttore sportivo (un ritorno), Pier Paolo Marino dg e Edy Reja allenatore, ma l’unico contatto documentato è stato quello con Delio Rossi nella serata di mercoledì, non soddisfacente.
Attenzione però alle parole di Ferrari secondo il quale “affidarsi all’esperienza potrebbe non essere la scelta migliore”. L’idea in crescita sarebbe allora quella di puntare su un tecnico che conosca la categoria, come l’ex Padova Bepi Pillon, già contattato a settembre, o come l’ex Ascoli Mario Petrone, che poche settimane fa era stato a un passo dal Padova, magari da accoppiare con un direttore sportivo come Francesco Palmieri, ora responsabile del settore giovanile del Sassuolo, ma in forza al Parma con lo stesso ruolo prima del fallimento. Tra i “big”, invece, resterebbe in corsa la suggestione Crespo.
Davide Martini