Lo scandalo del calcioscommesse smuove la Serie A: cosa non può fare un calciatore in Italia dal punto di vista legale
Negli ultimi mesi l’Italia del calcio è stata profondamente scossa dall’enorme scandalo del calcioscommesse. In ottobre infatti, l’ex paparazzo dei Vip Fabrizio Corona ha pensato bene di puntare il dito contro diversi calciatori italiani e di Serie A, accusandoli di effettuare periodicamente puntate su partite di calcio tramite piattaforme illegali.
Fra i nomi più importanti rivelati dal giornalista, ci sono Fagioli, Tonali e Zaniolo, a cui se ne aggiungono altri di Roma, Juventus e altre formazioni che militano nel massimo campionato italiano. Fagioli e Tonali si sono costituiti fin da subito, e di lì a poco hanno ricevuto le rispettive pene (ridotte rispetto al regolamento, in virtù della loro collaborazione): i due centrocampisti torneranno in campo entrambi la prossima stagione, o quasi. Per quanto riguarda gli altri, invece, ci sono ancora indagini in corso per capire se abbiano effettivamente effettuato puntate sul proprio sport tramite siti scommesse stranieri o non. La situazione è continuamente in divenire.
Questa vicenda ha chiaramente smosso un po’ tutto il movimento, facendo piovere dubbi su calciatori, dirigenti e anche sugli stessi club. Tra chi chiede di fare luce sui regolamenti e chi ritiene sia necessario trattare la dipendenza dal gioco d’azzardo in maniera diversa, è fondamentale fare chiarezza sui regolamenti e capire cosa non può fare un calciatore – sia da un punto di vista sportivo che propriamente legale.
I divieti sportivi e legali per un calciatore in Italia: tra scommesse e gioco d’azzardo
Negli ultimi mesi molti appassionati di calcio e addetti ai lavori si sono chiesti che cosa dicesse precisamente il regolamento in merito alle scommesse truccate nel mondo del calcio italiano. Ecco qui l’articolo 24 della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio):
“Ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente. anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA”. Che poi continua così: “Divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, presso soggetti autorizzati a riceverle relativamente a gare delle competizioni in cui militano le loro squadre”.
Cosa significa questo in termini sportivi? Molto semplicemente, che ai calciatori professionisti è rigorosamente vietato scommettere su ogni partita regolamentata dalla FIGC, dall’UEFA o dalla FIFA, con una menzione in particolare sulle gare della propria squadra. Il giocatore di calcio quindi non può assolutamente effettuare alcun tipo di puntata in nessun modo – né direttamente né indirettamente – sullo sport che pratica. Pena un’ammenda fino a 25.000 euro e una squalifica dai campi da gioco fino a 3 anni.
Discorso diverso per quanto riguarda il poker: per un calciatore, giocare d’azzardo tramite piattaforme legali è permesso. Questo non implica infatti lo scommettere denaro sul calcio, né tantomeno su partite della propria squadra.
Poi è necessario esaminare la situazione da un punto di vista legale, in cui subentrano le leggi dello Stato e non più solo quelle della Giustizia Sportiva. Bisogna infatti ricordarsi che prima di tutto i giocatori di Serie A sono persone, e quindi cittadini italiani – o comunque stranieri ma con un permesso di lavoro in Italia. Di conseguenza, ci sono norme molto rigide da seguire in termini di scommesse sportive.
Lo Stato Italiano infatti vieta a chiunque di effettuare scommesse calcistiche – sportive in generale, ovviamente – tramite qualsiasi tipo di piattaforma clandestina, cioè quelle piattaforme non gestite dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Le scommesse sportive quindi – e lo stesso gioco d’azzardo – sono legali solo se le piattaforme online sono controllate dallo Stato (Lotto, Superenalotto, Gratta e Vinci, giochi online, slot machine, ecc.) oppure se il gioco è gestito da un privato ma autorizzato dallo Stato stesso (casinò italiani). Pena l’arresto fino a 3 mesi o un’ammenda che può arrivare fino a 500 euro.
Calcio e scommesse truccate: cosa rischiano club e dirigenti
Lo scandalo calcioscommesse ha colpito diversi calciatori, e Corona continua a minacciare di poter allungare la sua lista di nomi eccellenti – comprendente anche, oltre agli atleti, allenatori e dirigenti sportivi.
Ma che cosa rischiano effettivamente gli addetti ai lavori? Dipende dalla loro partecipazione a questi illeciti e violazione delle regole.
Il regolamento della FIGC chiarisce come chiunque sia venuto a conoscenza di eventuali irregolarità sia obbligato a riportare tutto immediatamente alla Procura Federale, in questo caso a quella di Torino che sta indagando. Se ciò non avviene, come afferma il comma 5 dell’articolo 24, il dirigente o l’allenatore è tenuto a versare un’ammenda di 15.000 euro e soprattutto rischia un’inibizione o una squalifica non inferiore ai 6 mesi.
E per quanto riguarda i club? In diversi hanno giocatori interessati in questa triste vicenda, ma possono dormire sonni tranquilli. Almeno per ora. Il regolamento infatti dice che, a meno che non venga provato che una partita di calcio sia stata truccata con la diretta collaborazione di un dirigente (cosa al momento improbabile), le società non rischiano squalifiche o multe di alcun tipo. L’omessa denuncia da parte di un dirigente è infatti un’irregolarità personale, nel senso che – come chiarito sopra – viene affrontata con sanzioni economiche e sportive in modalità singola, senza coinvolgere appunto i propri club di appartenenza per assenza di responsabilità oggettiva.