Ecco quanto guadagna un giocatore della serie D
Quando si parla di stipendi dei calciatori si è abituati a ragionare su cifre da capogiro. Oggi vorremmo soffermarci sullo stipendio di un calciatore di Serie D per scoprire quanto guadagna un semi professionista che milita in questa serie del campionato di calcio italiano.
Dopotutto si sa il gioco del calcio, per quanto bello e appassionante, è a tutti gli effetti un’industria che, oltre a produrre emozioni, produce anche incredibili introiti. Di conseguenza, anche i calciatori non sono mossi solo dalla loro passione per il gioco del calcio, ma anche dall’ambizione di successo e di arricchirsi. Prima di arrivare in cima, però, c’è tanta strada da fare: partendo dalle categorie minori o dalle primavere dei grandi club e aspettando l’occasione della vita.
A livelli più alti siamo abituati a sentir parlare di cifre astronomiche, con calciatori che percepiscono centinaia di migliaia di euro al mese o addirittura milioni. Queste cifre caratterizzano le principali competizioni di calcio dei campionati europei. Man mano che si scende di categoria, anche gli stipendi subiscono una riduzione.
Se in Serie A mediamente un calciatore percepisce intorno a 1,8 milioni di euro all’anno, in Serie D le cifre sono decisamente diverse.
Calciatore Serie D: chi è e cosa fa
Il campionato di calcio di Serie D è una divisione semi-professionistica, che rappresenta la quarta divisione della serie nazionale del campionato italiano di calcio. Attualmente le società che partecipano alla serie D sono divise in nove gironi, suddivise in base a determinati criteri geografici.
Per poter ottenere la promozione in Serie C è necessario classificarsi al primo posto del proprio girone. Così facendo, le squadre hanno la possibilità di accedere ai play-off i cui vincitori affronteranno le finaliste e una semifinalista della Coppa Italia Serie D.
Se al termine della stagione, una squadra che milita in Serie D termina il campionato all’ultimo posto del proprio girone, è prevista la retrocessione in Eccellenza.
In ogni caso, un giocatore che lavora per una società sportiva di Serie D è considerato un dilettante. In pratica, l’attività svolta, seppur retribuita e regolamentata da un contratto lavorativo, è considerata di carattere ludico/ricreativo.
L’accordo economico siglato tra il cacciatore dilettante e la società di calcio deve essere redatto su apposito modulo fornito dalla LND. Il contratto può avere una durata massima di 3 anni e deve contenere determinate voci tra cui l’indennità di trasferta, il rimborso spese forfettario ed eventuali ulteriori voci premiali.
Stipendio calciatore serie D: quanto guadagna in media?
A differenza del calciatore professionista, l’attività da dilettante, attualmente, non è ancora definita dal legislatore. In linea generale è possibile considerare professionista la persona fisica che svolge un’attività sportiva a titolo oneroso, indipendentemente dalla costituzione di un rapporto di lavoro.
Allo stesso tempo non è possibile considerare professionista un’attività che viene svolta a titolo gratuito. Ma affinché un calciatore venga considerato professionista, è necessario che l’attività sportiva esercitata abbia il carattere della continuità. In pratica, il giocatore deve svolgere l’attività sportiva non in maniera occasionale, ma in maniera prevalente o esclusiva.
In ogni caso, lo stipendio Serie D dei calciatori è mediamente intorno ai 1500 euro al mese lordi. Tuttavia, è opportuno specificare che, così come accade nelle società delle categorie superiori, in squadra ci sono differenze di trattamento economico tra i vari calciatori. Nello specifico i più giovani guadagnano circa 500-600 al mese. Solo i calciatori più esperti possono arrivare a percepire più di €2000 al mese lordi.
Quante ore di lavoro per uno stipendio in serie D
Percepire uno stipendio in Serie D permette ai giocatori di partecipare alle gare del campionato nazionale di quarta categoria, ma solo se il giovane ha compiuto anagraficamente il quindicesimo anno di età. I rapporti economici tra le società di Serie D e i calciatori sono regolati in base alle vigenti disposizioni nel rispetto del decreto legislativo 36/2021.
Il numero di ore di lavoro, ovvero di allenamento, che i giocatori dovranno rispettare sarà concordato con la singola società.
I contratti dei calciatori che militano nelle società di Serie D sono considerati da “non professionisti”. Allo stesso tempo, la Lega vieta qualsiasi forma di lavoro autonomo o subordinato e prevede che i calciatori in questione stipulino un contratto con la società di appartenenza. In questo modo, è possibile definire gli accordi economici annuali che andranno rispettati e per i quali è possibile prevedere anche l’erogazione di una somma lorda annua.
Da un punto vista legislativo sono stati stabiliti i tetti massimi per i rimborsi forfettari di spese e le indennità di trasferta, che non devono superare i 61,97 euro al giorno, per massimo 5 giorni a settimana. Durante il periodo di pre-campionato, i rimborsi spese e l’indennità di trasferta possono essere riconosciuti per un periodo massimo di 45 giorni.
Per quanto riguarda le gare di campionato o di Coppa Italia queste non potranno prevedere somme superiori a 77,47 euro per ogni singola prestazione. Infine, anche eventuali accordi che riguardano l’erogazione di una somma di denaro lorda annuale non può superare l’importo di 30.658 euro.
Le società di calcio di Serie D hanno la possibilità di stipulare accordi pluriennali con i giocatori, che possono durare massimo 3 anni.
A differenza delle categorie superiori e dei campionati professionistici, in Serie D le società non devono presentare una lista che prevede una determinata numero di giocatori. Tuttavia, è previsto un vincolo di tipo anagrafico che deve essere rispettato dall’inizio alla fine della stagione, ma anche durante la singola partita. In pratica, è necessario che all’interno della rosa e in campo ci siano almeno quattro calciatori distinti per fasce d’età:
- nato dal 1° gennaio 2001 in poi;
- 1 nato dal 1° gennaio 2002 in poi;
- 1 nato dal 1° gennaio 2003 in poi;
- 1 nato dal 1° gennaio 2004 in poi.
Come funziona il contratto per uno stipendio in Serie D
La stipulazione di un contratto tra un calciatore semi-professionista e una società di calcio di Serie D può avvenire in qualsiasi momento della stagione fino al 31 maggio, per i giovani dilettanti. Mentre il tesseramento dei giocatori non professionisti può essere effettuato solo fino al 31 marzo.
Affinché un giocatore possa essere tesserato con una società di Serie D è necessario risolvere un eventuale precedente contratto entro l’1 febbraio. Per quanto riguarda i trasferimenti di giocatori tra squadre di Serie D, questi possono essere effettuati solo rispettando le specifiche sessioni di mercato, ovvero quella estiva, che solitamente si chiude a metà settembre, e quella autunnale, che inizia e termina a dicembre.
Le società di Serie D hanno la possibilità di utilizzare i calciatori che appartengono alle categorie non professioniste o giovani dilettanti in età compresa tra 16 e 24 anni. Ma possono arruolare anche i cosiddetti “giovani”, ovvero giocatori che hanno meno di 16 anni di età. Fermo restando che l’età minima per poter partecipare ad un campionato di calcio di Serie D è 15 anni, mentre non è prevista un’età massima.
Dal momento che in Serie D non è possibile tesserare giocatori con contratto da professionista, eventuali giocatori professionisti per poter essere tesserati da una squadra che appartiene a questa categoria, devono innanzitutto risolvere il proprio contratto trasformando lo status in giocatore in “non professionista”.
Per la stagione sportiva 2023-2024 sono state introdotte alcune novità che riguardano il contratto che può essere stipulato tra un calciatore e una società di Serie D. Innanzitutto, l’accordo deve essere in forma scritta, a pena di nullità, e redatto in triplice copia. Le società di Serie D sono tenuti ad utilizzare il modulo di contratto tipo, generato dalla LDN.
Per poter cedere un contratto è necessario chiedere il consenso del lavoratore in base alle modalità e alle forme stabilite dalla normativa federale vigente.
All’interno del contratto non è possibile inserire patti di non concorrenza o limitativi della libertà professionale dell’atleta. È disposto anche il divieto di inserire patti di prelazione.
Inoltre, in base a quanto stabilito dalla disciplina italiana, qualsiasi accordo extracontrattuale, che non risulti redatto nelle forme previste, non trova alcuna tutela da parte dell’ordinamento federale.
È compito della società depositare i contratti di lavoro sportivo dei calciatori e delle calciatrici dilettanti, entro 7 giorni dalla stipulazione. Il mancato adempimento del deposito dei contratti consente al calciatore dilettante di effettuare autonomamente l’operazione entro 15 giorni successivi alla scadenza.
Stipendio serie D: rimborsi, extra e sponsor
Lo stipendio Serie D, di un calciatore che milita nella quarta divisione del campionato italiano, è caratterizzato da cifre che sono molto lontane da quelle astronomiche che percepiscono i calciatori come Mbappé o Lionel Messi. Mediamente un calciatore che gioca in Serie D percepisce uno stipendio di circa 2500€ al mese. Si tratta sicuramente dello stipendio più basso per un calciatore professionista. Basti pensare che già in Serie C la media dello stipendio si aggira intorno ai 3 mila/ 4 mila euro al mese.
In ogni caso, lo stipendio Serie D di un calciatore è di circa 30.658 euro lordi all’anno, che possono arrivare anche a €40.000 lordi, quando vengono pagate le indennità per le trasferte. Questa cifra si possono aggiungere degli extra che, come abbiamo visto, possono essere legati alle trasferte oppure agli sponsor.